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Come si cura Sofia Goggia

Come si cura Sofia Goggia

Come si cura Sofia Goggia

Molto allenamento, molte “riparazioni” ai frequenti infortuni della sua pericolosa professione.  Ma anche la massima attenzione alla prevenzione.

«Il benessere psicofisico sta alla base di tutti i traguardi». E come si fa a non essere d’accordo con quest’affermazione? Del resto, proviene da una voce che se ne intende eccome, di traguardi. È infatti quella di Sofia Goggia, che ha appena stupito tutti conquistando una medaglia d’argento, alle Olimpiadi di Pechino, 23 giorni dopo una terribile caduta a Cortina, che gli aveva causato una distorsione al ginocchio e che sembrava avere pregiudicato non solo la possibilità di medaglie, ma anche la partecipazione stessa alle Olimpiadi. E invece eccola lì, persino un po’ delusa per essere arrivata seconda, con un argento al collo che pure, dal punto di vista umano, vale di più dell’oro vinto alle precedenti Olimpiadi, le due coppe del mondo conquistate in discesa libera, le 17 vittorie mondiali.

 

Oggi allora tutti si chiedono: ma come ha fatto Sofia? Come si cura Sofia?
Merito prima di tutto del suo coraggio e della sua tenacia bergamasca, in questo vicina alla conterranea Michela Moioli, altro argento di Pechino nello snowboard. Una tenacia dimostrata postando un video, tre giorni dopo l’incidente, in cui mostrava i suoi primi duri allenamenti. Merito del centro traumatologico di Mantova, al quale Sofia, quasi 30anni, 67 chili, ha dovuto ricorrere ben nove volte durante la sua carriera (quasi sempre per infortuni alle ginocchia, l’anno scorso per una frattura al braccio sinistro) riuscendo sempre a rimettersi in pista. Merito soprattutto della cura riservata al suo corpo, al suo, appunto, benessere psicofisico, alla fiducia riposta non solo nella medicina “riparativa”, di cui ha avuto spesso bisogno, ma anche in quella “preventiva”.

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Prima di tutto nello stile di vita. Allenamenti quotidiani, ovviamente. E massima attenzione a tavola, molti cibi rigorosamente bio e pochi raffinati; carne rossa con moderazione e fortissimamente sì al pesce e ai vegetali verdi e rossi. «Conta tantissimo la qualità della benzina che introduci ogni giorno- dice-. Non c’è dubbio: quando è davvero sana ti permette di effettuare prestazioni qualitativamente di livello elevato». Ma questo non le basta. Sofia Goggia è molto attenta a tutto quello che la scienza oggi può offrire in termini di prevenzione, in particolare la prevenzione oncologica, nonostante la sua giovane età. “Credo nella prevenzione oncologica e nella diagnosi precoce», dice Sofia, che per giunta fa parte dei volti noti che sostengono l’impegno di AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro. «Rivolgere periodicamente un occhio al proprio organismo per scoprire “varie ed eventuali” non può che farci stare tranquilli e porci anche nella condizione di prendere per tempo i dovuti provvedimenti».
L’“occhio” citato da Sofia è nella fattispecie quello ipertecnologico della DWB (Diffusion Whole Body), un esame di risonanza magnetica che permette una diagnosi precoce dei tumori, anche piccolissimi. Ha scoperto questo Centro di alta specializzazione, che si chiama ASC, l’unico in Italia che offre questo esame alle persone sane, vicino a casa, a Castelli Calepio in provincia di Bergamo.
Anche la prevenzione aiuta a vincere? “E’ importante – risponde Sofia- ritrovarmi al cancelletto di partenza in massima forma, e con la massima tranquillità”.

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