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Valerio Staffelli: tra vita professionale e passione per lo sport, la prevenzione occupa sempre uno spazio privilegiato.

Valerio Staffelli: tra vita professionale e passione per lo sport, la prevenzione occupa sempre uno spazio privilegiato.

«Quando ti vuoi bene, per quanto agitata sia la nostra vita professionale e anche piuttosto avara di spazi da dedicare alla manutenzione della salute, devi comunque imparare a ritagliarteli, questi scampoli di tempo».

Più che una riflessione sono una vera e propria esortazione, le parole di Valerio Staffelli, sì, l’inviato per antonomasia di Striscia la notizia.

Di recente il mitico “assegnatore” televisivo del Tapiro d’Oro è tornato a Castelli Calepio, nel Centro ASC, dove dal 2017 viene proposto alla popolazione sana (tecnicamente «asintomatica») un evoluto esame di Risonanza Magnetica, la Diffusion Whole Body, allo scopo di scovare in una sola seduta la presenza di lesioni tumorali maligne assai piccole, di 4-5 millimetri appena.

«Mi ero già sottoposto alla DWB, ripromettendomi di non mancare agli appuntamenti periodici con la prevenzione, perché questa strategia ha senso se non è una tantum ma viene perseguita con costanza e ripetuta nel tempo. Io tra l’altro sono uno di quelli che cerca di diffondere i messaggi salutistici alla cerchia dei tanti amici, coetanei e non. Mi capita spesso di ripetere: “Se sistematicamente ti rifiuti di conoscere le condizioni del tuo organismo, non è che quest’atteggiamento ti mette al riparo da eventuali guai!”».

Valerio rincara la dose per meglio centrare il concetto. «Ragazzi, qui invecchiamo tutti! Prendete un’automobile degli anni Sessanta (io sono nato nel 1963) e una odierna. Be’, il mio Corpo non è una macchina di oggi: il fisico non è superaccessoriato, con carrozzeria rinforzata e spie computerizzate… Il motore che mi alimenta resta quello di un tempo. E allora non vuoi revisionarlo? Non desideri conoscere in anticipo le magagne che potrebbero inchiodarti nel bel mezzo del tuo percorso? Io questo ho imparato della DWB: una risorsa che ti consente di giocare d’anticipo, di stanare quel “qualcosa che non va” e cova sotto la cenere, e di porvi rimedio con tempestività».

Questa solare consapevolezza maturata dal volto storico di Striscia deriva da un solido background cresciuto all’insegna dello sport. Credeteci: faremmo a prima a elencare le discipline sportive che il Valerio nazionale non ha praticato!

«Ho cominciato all’età di cinque anni a giocare a tennis e a sciare. Dopodiché ho aggiunto il calcio e il pattinaggio di velocità su rotelle, gareggiando proprio nei circuiti a livello nazionale. Poi sono arrivati il trekking a cavallo con monta inglese e il basket. Successivamente ho svolto anche karate e full contact, quella pratica che oggi viene chiamata MMA [sta per Mixed Martial Arts, N.d.R] e che si basa su colpi e prese, incorporando le tecniche delle arti marziali e gli sport da combattimento, come il pugilato». Mica è finita… «Il motociclismo mi ha appassionato negli anni Ottanta e ho avuto persino l’opportunità di lavorare con colossi aziendali del settore, dalla Ducati alla Yamaha. A un certo punto sono pure diventato istruttore di corsi di guida-moto in pista: quando un cliente acquistava un modello potente, il mio compito consisteva nell’insegnargli trucchi e strategie per sfruttare al meglio il bolide. Ho poi abbracciato il golf, a 40 anni, fino a raggiungere quota 11 di handicap svolgendo gare qua e là per l’Italia».

Inevitabilmente, nel tempo certe attività si sono fermate ma altre, come lo sci, ancora punteggiano la vita movimentata ─ è davvero il caso di dirlo ─ di Valerio. A chiudere (almeno per ora) la nutrita lista degli amori sportivi sono la corsa e la mountain bike (il ciclismo su strada, ci ha confessato, gli fa un po’ paura e poi «non pratico il padel! Certe posture imposte da questa disciplina sono stressanti e rischiose per il mio fisico»). «Con il running e la bici, punto a mantenere cuore e polmoni in forma… Del resto, quando ti ritrovi per mestiere a dover tallonare qualche personaggio che cerca di svignarsela per non affrontare l’occhio della telecamera e il mio microfono, devi per forza avere un gran fiato!».