preloader

Alessandro Sallusti: «Non bisogna aver paura della prevenzione»

Alessandro Sallusti: «Non bisogna aver paura della prevenzione»

Alessandro Sallusti: «Non bisogna aver paura della prevenzione»

«Quante volte abbiamo sentito ripetere da un parente o da un amico: “Sì, la prevenzione… Gran bel concetto ma… serve veramente?”. È un atteggiamento dettato soprattutto dalla paura di scoprire chissà cosa… E poi ce la facciamo sotto non appena avvertiamo nel nostro corpo qualche sintomo strano, qualcosa che non funziona come si deve. Il punto è che anche in assenza di disturbi abbiamo il dovere di curarci. 

Scacciando i timori, gli indugi… Non bisogna aver paura della prevenzione: questa è la nuda e semplice verità in cui credo con fermezza, pur avendola maturata tardivamente». Parole che si stampano nella mente di chi legge. E non potrebbe essere altrimenti, visto che a pronunciarle è un giornalista di razza: Alessandro Sallusti, direttore responsabile di Libero e gettonatissimo opinionista televisivo. Lo ha raggiunto la notizia che a Castelli Calepio è operativo un esame di Risonanza Magnetica, la Diffusion Whole Body, in grado di generare dettagliate immagini tridimensionali e panoramiche di tutto il corpo, a caccia di lesioni tumorali maligne assai piccole, di 4-5 millimetri appena. E lui, da premuroso sostenitore della prevenzione, non ci ha pensato due volte a verificare di persona questa opportunità che il Centro ASC offre alla popolazione sana, asintomatica.  

«Io percepisco in giro ancora un eccessivo pregiudizio nei confronti dell’attenzione preventiva verso il nostro corpo. Ma constatare che tante realtà medico-scientifiche, come questa, lavorano con passione per diffondere la cultura della diagnosi precoce è sicuramente confortante». Da tale solida premessa, Sallusti trae le naturali conseguenze. «Chi sviluppa questa superiore sensibilità ─ chi, per capirsi, si sottopone ai periodici check-up ─ sa riversare anche nella vita quotidiana la sua “ricerca del benessere”, migliorando le scelte personali, dalla tavola all’attività fisica». Qualcuno potrà obiettare: sì, ma il direttore di un giornale, pressato com’è dalle chiusure redazionali e martellato da ritmi all’insegna dello stress e delle ore piccole, riesce per davvero a salvaguardare un corretto stile di vita? Obiezione accolta, ma Sallusti replica: «Il fatto è che in giovane età ti puoi permettere certe cose, ma poi ti devi per forza raddrizzare quando gli anni avanzano. Questa è la consapevolezza che bisogna sviluppare. È da stupidi continuare a… “fare il ragazzino” col tuo corpo che necessita invece di particolari prudenze. Io, per esempio, adoro la bicicletta: macino più o meno un migliaio di chilometri all’anno. Ma negli ultimi tempi ne ho acquistata una da corsa con la pedalata assistita. Semplicemente mi son detto: “Ma per quale motivo io, a 66 anni, devo incaponirmi nell’affrontare una salita in bici col cuore che mi pompa all’impazzata? Credo francamente che la prevenzione sia fatta di tante piccole-grandi decisioni oculate di questo tipo. Poi, sia chiaro: non è che adesso io sia diventato un integralista. Se c’è da bere un sano bicchiere di vino o da gustarsi un piatto di ottimo salame, non mi tiro mica indietro! Anche perché ritengo che non esistano in assoluto cibi che fanno male e alimenti che ci danneggiano. Conta sempre la quantità, no? Come si dice: la dose fa il veleno».

In piena sintonia con le sue convinzioni, Sallusti riferisce che ogni anno non trascura di sottoporre il proprio organismo a una mirata batteria di controlli clinici. E il bello è che si sforza di trasferire anche agli altri questa sua premura salutistica. «A tanti amici stretti faccio la testa come un pallone per indurli a non snobbare qualche malessere e a eseguire tutti gli esami del caso. Sono i soldi spesi meglio, credetemi, perché la prevenzione ti mette al riparo dalle sorprese e infonde tranquillità». E se per caso dovesse stanare qualche anomalia occulta, aggiungiamo noi, be’, significa che ha pienamente centrato la sua mission, ovvero: scovare la patologia precocemente per consentire alla terapia di agire per tempo. «Voi direste che assicurare la propria casa o l’automobile è uno sperpero di denaro?», rincara la dose il giornalista. «Nient’affatto, vero? E perché, allora, non accettiamo di fare altrettanto con il nostro corpo», dedicandogli in effetti la giusta ─ consentiteci il calembour ─ (r)assicurazione? «È per l’appunto la ragione per cui ho deciso di avvicinarmi alla Diffusion Whole Body. Esame eccellente che, mentre fa il suo mestiere, è anche assai rilassante. Una mezz’ora in cui, senza accorgermene, sono scivolato in un torpore piacevolissimo. E pesino i rumori della macchina, a un certo punto, si sono trasformati alle mie orecchie in una colonna sonora ipnotica che ha saputo conciliarmi il sonno!».