Il 24 ottobre 2019, nel corso di una giornata di incontri con le autorità e gli industriali della zona, Giancarlo Giorgetti, attuale Ministro delle finanze e dell’economia, ha visitato il centro ASC, a Castelli Calepio. In quell’occasione gli abbiamo chiesto un parere su questa innovativa impresa sanitaria
ASC gioca la partita della prevenzione, che è importante, ma che è apparentemente una partita costosa, per alcuni addirittura inutile. In realtà può invece produrre grandi benefici, non solo ovviamente in termini di salute, ma anche dal punto di vista economico. Soprattutto se fa leva, e questo è uno degli aspetti che più mi ha interessato, sulla responsabilità individuale e personale della propria salute, che non può essere delegata o sempre surrogata dallo stato, dalla sanità pubblica, quella che ci penserà quando servirà. In questo quadro evidentemente sono essenziali gli stili di vita delle persone, ma altrettanto importante è la diagnosi precoce, soprattutto in certe classi di età o in presenza di particolari rischi, che permette di affrontare le patologie all’inizio, quando sono molto più facili e meno costose da curare.
E’ chiaro che è un mondo in divenire, in cui la scienza applicata permette di realizzare strumenti come questi che sembravano fantascientifici e che oggi possono diventare realtà, alla portata di tutti. Per farlo diventare uno strumento diffuso, se non generale, c’è ovviamente un problema di costi. Ma lo stesso problema c’è stato con la mammografia o per lo screening del colon-retto, che tuttavia col tempo si sono opportunamente diffusi. Questo esame può essere via via sperimentato su diverse forme di tumori, per i quali, a quanto ho capito, arriva prima di altri. Non bastano poi le macchine, ma servono medici e tecnici in grado di usare queste macchine, che acquisiscano l’esperienza e la capacità diagnostica. E anche per questo serve tempo.
Nel caso dell’ASC è interessante anche il fatto che è nata dalla filantropia. Può sembrare strano al giorno d’oggi, ma se pensiamo a tante grandi realtà ospedaliere nate nel secolo scorso, capiamo che questa iniziativa si inserisce in modo clamoroso in una tradizione che forse un po’ si era persa, quella della filantropia che in modo preveggente e avveduto creava ospedali o asili infantili al servizio della comunità. Puntare su un’eccellenza tecnologica avanzata rappresenta la declinazione moderna di quella tradizione, che consiste nel fare qualcosa per gli altri oltre il razionale dell’homo oeconomicus. E questo è un modo nuovo.