
Una risonanza magnetica “speciale” scopre le metastasi – ora viene proposta anche per chi è ancora sano
L’esame si chiama Diffusion Whole Body (DWB) e serve a scrutare l’intero corpo senza raggi e mezzi di contrasto. Usato in Italia all’istituto europeo di oncologia (Ieo) da 7 anni per la ricerca di metastasi (1.300 esami nel 2016), viene ora proposto per una finalità diversa: diagnosi precoce di tumori solidi, non indagati con screening tradizionali, in individui senza segni di malattia. Allo scopo un pool di imprenditori ha creato Asc Italia, centro privato a Castelli Calepio (Bg) gestito da specialisti formati allo Ieo.
La macchina per l’indagine è una risonanza magnetica (RM) specializzata nell’identificare i tumori grazie ad innovazioni di hardware e software. Prezzo dell’esame: mille euro. Poiché Asc non ha scopo di lucro gli utili serviranno ad acquistare altre due macchine e per consentire a meno abbienti l’esame a 200 euro, nella quota del 10% delle indagini eseguite. Spiega Massimo Bellomi, direttore della divisione di radiologia dello Ieo:<<Questa RM rileva la restrizione dei movimenti delle molecole d’acqua, che, intrappolate in un tessuto ipercellulare, come quello tumorale, risultano “brillanti”. Con immagini ad alta risoluzione evidenzia lesioni fino a 3-4 millimetri di diametro. La restrizione dei movimenti di molecole d’acqua, però, non è solo dei tumori, e ci sono dei tumori in cui accade il contrario.
Perciò per valutare correttamente i risultati occorrono addestramento e molta esperienza>>. <<La DWB non sostituisce gli screening consolidati (per seno, colon, utero), – sottolinea Giuseppe Petralia, radiologo Ieo – perché, ad esempio, ha capacità d’analisi inferiore alla mammografia e non è efficace sul colon, ma si può aggiungere ad essi per gli altri distretti corporei». Non ci sono ancora dati scientifici sull’accuratezza dell’esame per la diagnosi precoce in soggetti senza segni di malattia. Però, precisa Petralia: «Gli studi dicono che la Dwb in malati di tumore ha performance sovrapponibili a quelle di Tac e Pet con contrasto (circa o%, con falsi positivi intorno al 5%). Dati verranno da uno studio in corso in Germania, che sottoporrà a Dwb 30 mila persone sane». «È comprensibile — commenta Maurizio Tomirotti, presidente del Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri — l’ansia scientifica di trasferire nella pratica risultati preliminari, ma occorre cautela sull’uso di metodiche la cui utilità non sia ancora suffragata da dati solidi. Prevenzione primaria e diagnosi precoce sono utilissime, perché nella maggioranza dei casi consentono di migliorare l’efficacia delle cure. Però non basta anticipare una diagnosi: occorre che ciò comporti direttamente l’aumento del numero dei guariti o della sopravvivenza nelle malattie che non guariscono. Dati, questi, che si acquisiscono nel medio-lungo periodo. L’impiego in soggetti asintomatici di un’indagine i cui risultati non siano consolidati rischia di determinare un eccesso diagnostico di condizioni tumorali che potrebbero avere un decorso molto lento e non divenire mai una malattia nell’arco di vita del paziente. Complessa è, poi, la diagnosi differenziale tra localizzazioni di malattia oncologica e noduli benigni». «Lo sviluppo dell’esame, condotto per anni allo Ieo, è stato soprattutto clinico — replica Petralia—. L’imparare a capire la complessità, a distinguere i casi pericolosi da quelli che non lo sono ha costituito la maggior parte del lavoro e dell’esperienza accumulata, tanto che l’indagine è sempre più richiesta dagli oncologi. Come detto, è un esame fortemente dipendente dalle specifiche capacità dell’esecutore».
Testata: Corriere della sera – Salute – Sportello cancro